Notizie Notizie Italia Autostrade: Ceo Atlantia Bertazzo avverte: con revoca catastrofe, Aspi farebbe default da 10 MLD

Autostrade: Ceo Atlantia Bertazzo avverte: con revoca catastrofe, Aspi farebbe default da 10 MLD

21 Febbraio 2020 11:38

Una eventuale revoca delle concessioni ad Autostrade “sarebbe uno choc”. E’ quanto ha detto Carlo Bertazzo, numero uno di Atlantia, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Le dichiarazioni di Bertazzo sono arrivate all’indomani dell’apertura mostrata dal premier Giuseppe Conte che, arrivando a Bruxelles e parlando del dossier Autostrade-Atlantia – ha affermato che, nel caso in cui arrivasse una proposta transattiva da ASPI, il governo dovrebbe valutarla:

“C’è un procedimento di revoca avviato da tempo che sta arrivando a conclusione. Leggo su qualche giornale che ci sarebbe una proposta transattiva del governo rifiutata da Autostrade. Attenzione: il governo sta conducendo la revoca ed è interesse della controparte di presentare una proposta transattiva che il governo avrebbe il dovere di valutare. Se dovesse arrivare una proposta transattiva da Aspi il governo avrà il dovere di valutarla.”

Il titolo Atlantia oggi sale alle 11.40 ora italiana di quasi +1%, a 22,27 euro.

Ancora Conte, parlando da Bruxelles, in occasione delle discussioni sul bilancio europeo: “Se (questa proposta transattiva) permettesse di tutelare l’interesse pubblico ancora più efficacemente della revoca stessa, avremmo il dovere di considerarla. Ma non si dica che il governo vuole transigere, o sta facendo proposte o controproposte”.

Ieri il titolo Atlantia è tornato a tremare, dopo l’approvazione del decreto Milleproroghe che ha praticamente annullato la maxi penale che lo Stato avrebbe dovuto pagare ai concessionari (23 miliardi). Nello specifico, così l’articolo 35 del decreto riduce, come pubblicato nella Gazzetta Ufficiale:

“In caso di revoca, di decadenza o di risoluzione di concessioni di strade o di autostrade, ivi incluse quelle sottoposte a pedaggio, nelle more dello svolgimento delle procedure di gara per l’affidamento a nuovo concessionario, per il tempo strettamente necessario alla sua individuazione, ANAS S.p.a., in attuazione dell’articolo 36, comma 3, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, può assumere la gestione delle medesime, nonché svolgere le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria e quelle di investimento finalizzate alla loro riqualificazione o adeguamento. Sono fatte salve le eventuali disposizioni convenzionali che escludano il riconoscimento di indennizzi in caso di estinzione anticipata del rapporto concessorio, ed è fatta salva la possibilità per ANAS S.p.a., ai fini dello svolgimento delle attività di cui al primo periodo, di acquistare gli eventuali progetti elaborati dal concessionario previo pagamento di un corrispettivo determinato avendo riguardo ai soli costi di progettazione e ai diritti sulle opere dell’ingegno di cui all’articolo 2578 del codice civile. Con decreto adottato dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sono disciplinati l’oggetto e le modalità di svolgimento della gestione provvisoria assegnata ad ANAS S.p.a. Qualora l’estinzione della concessione derivi da inadempimento del concessionario si applica l’articolo 176, comma 4, lettera a) del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, anche in sostituzione delle eventuali clausole convenzionali, sostanziali e procedurali, difformi, anche se approvate per legge, da intendersi come nulle ai sensi dell’articolo 1419, secondo comma, del codice civile, senza che possa operare, per effetto della presente disposizione, alcuna risoluzione di diritto. L’efficacia del provvedimento di revoca, decadenza o risoluzione della concessione non è sottoposta alla condizione del pagamento da parte dell’amministrazione concedente delle somme previste dal citato articolo 176, comma 4, lettera a)”.

Per la famiglia Benetton, l’articolo 35 è inequivocabilmente fumo negli occhi, in quanto stabilisce che lo Stato possa pagare penali minori alla società a cui è stata revocata la concessione.

A fare da scudo ad Atlantia-Autostrade, continua a essere l’ex premier e leader di Italia Viva Matteo Renzi, tanto che Italia Viva avrebbe presentato un emendamento soppressivo all’articolo 35 del decreto Milleproroghe, in discussione alla Camera.

BERTAZZO (AD ATLANTIA): REVOCA CATASTROFE PER TUTTI, FORTE PERDITA FAMIGLIE ITALIANE

Il numero uno di Atlantia Carlo Bertazzo non  ha fatto mistero, nella sua intervista al Corriere della Sera, delle pesanti conseguenze che, in ogni caso, una eventuale revoca della concessione ad Autostrade avrebbe sulla holding:

“Sarebbe una catastrofe per tutti – ha avvertito – Verrebbe distrutta un’azienda che ha fatto la storia dell’Italia, con oltre settemila dipendenti e un piano d’investimenti di 14 miliardi. Se dovesse succedere, Aspi farebbe un default da dieci miliardi, con una forte perdita per le famiglie italiane, che detengono 750 milioni di euro di un’`obbligazione retail, per Cassa Depositi e Prestiti e la Banca Europea degli Investimenti che hanno 2 miliardi di euro, e per numerosi obbligazionisti italiani e internazionali. Sarebbe pesantemente colpita anche Atlantia, che garantisce cinque di questi dieci miliardi”.

“È inutile negare – ha sottolineato Bertazzo – che sono stati commessi errori (nella vicenda del Ponte Morandi) e Aspi sta pienamente collaborando con la Procura di Genova affinché ogni responsabilità venga individuata. Oggi abbiamo la piena consapevolezza che la rete autostradale ha bisogno di molti più investimenti e di molta più manutenzione. Per questo a gennaio Aspi ha presentato un nuovo piano industriale con un forte incremento degli investimenti, per il rinnovamento e le manutenzioni. Vogliamo ricostruire un rapporto di fiducia con le istituzioni e i cittadini: abbiamo il dovere di garantire autostrade sicure”. “Noi – ha spiegato Bertazzo – intendiamo collaborare strettamente con il Concedente per trovare una soluzione nell’interesse pubblico. Il Milleproroghe ha aumentato l’incertezza sulle regole e, a detta delle agenzie di rating, ha causato i nostri declassamenti a ‘BB meno’. Quella modifica unilaterale al contratto non può che rompere la fiducia degli investitori e bloccare gli investimenti in tutti i settori infrastrutturali, non solo le autostrade. Riduce l’attrattività del Paese”.