Notizie Notizie Italia Btp di nuovo sotto stress tra alert crescita e rischio politico

Btp di nuovo sotto stress tra alert crescita e rischio politico

8 Febbraio 2019 16:00

E’ stata una settimana calda per i BTP con l’arrivo sul mercato del nuovo trentennale che è coinciso con l’acuirsi dell’allarme sulla crescita l’economia italiana. Ieri la Commissione Europea a dato un’ampia sforbiciata alle stime sull’Italia che ora sono di +0,2% per il 2019 rispetto all’1,2% indicato in precedenza.

A questo si aggiungono le continue tensioni politiche sia all’interno del governo che a livello di politica estera con i rapporti tesi con la Francia sfociati ieri nel richiama da parte di Parigi dell’ambasciatore in Italia.

Spread brucia il recupero degli ultimi 2 mesi 

Nell’arco di 6 sedute, ossia dal 1 febbraio a oggi lo spread Btp-Bund si è allargato fino a 290 pb, in rialzo di oltre 50 punti base rispetto ai minimi toccati a fine gennaio e tornando ai livelli della prima metà di dicembre. Il tasso del decennale italiano si è portato a un soffio dal 3%. Gli strategist di Unicredit vedono le pressioni sui Btp permanere nelle prossime settimane con gli investitori preoccupati dalla debolezza crescita e incertezza politica. 

A contribuire ad allargare lo spread è anche il movimento contrario del Bund, il cui tasso oggi è sceso allo 0,10%,m sui minimi da ottobre 2016. 

 

A contribuire a rabbuiare l’umore sui Btp è stata anche l’emissione a sorpresa del nuovo Btp a 30 anni, conclusa il 6 febbraio. Apparentemente un bis del successo di quella del Btp a 15 anni di metà gennaio con domanda record di 41 miliardi, questa volta i risvolti sull’umore dello spread sono stati opposti con focus soprattutto sull’elevato tassi di interesse a cui è stata effettuata l’emissione. Inoltre, la fretta del Tesoro a piazzare altro debito è stata interpretata da molti come un segnale negativo evidenziando una sorta di corsa a raccogliere più risorse possibili in questo momento relativamente favorevole per le emissioni di titoli di Stato; il Tesoro teme probabilmente che nei prossimi mesi il rifinanziamento del debito risulti più difficoltoso tra rischio crescita e possibile deterioramento dei conti pubblici.

 

Emissione record, ma tassi elevati gravano su costo debito 

Tra aste ufficiali e deal sindacati (10 e 30 anni) il Tesoro italiano ha emesso attorno a 33 miliardi di BTP da inizio anno. “Aggiungiamoci le notizie macro mediocri, e le indiscrezioni sulla TLTRO (coin alcuni membri della Bce che sarebbero contrari, ndr), e se ne ricava un contesto difficile per assorbire tutta quella carta”, rimarca Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr.

Molti operatori ricollegano le vendite sui Btp proprio con l’arrivo a sorpresa della nuova emissione e il suo collocamento a un rendimento vicino al 4%. Il nuovo Btp a lunga scadenza (2049) è andato soprattutto a investitori esteri allettati dal rendimento vicino al 4%. Proprio il rendimento elevato del 3,91%, pari a un premio di 26 punti base rispetto alla curva del debito esistente stando ai dati compilati da Bloomberg, sollevano qualche dubbio fondato circa l’effettivo successo o meno di questa maxi-emissione, arrivata a distanza di sole 3 settimane da quella del nuovo Btp 15 anni collocato a metà gennaio per complessivi 10 mld (domanda per oltre 35 mld).

Ad aprile 2018 stessa emissione sarebbe costata 1,3 mld in meno 

Il rendimento elevato a cui è stato allocato il nuovo Btp a 30 anni si traduce in costi non indifferenti di rifinanziamento del debito, decisamente superiori a quelli che l’Italia avrebbe strappato un anno fa. Gustavo Baratta, government bond trader a Banca IMI, ha rimarcato come la stessa emissione, se fatta ad aprile 2018 (prima del balzo dello spread susseguente all’emergere a metà maggio dell’ipotesi di un governo M5S-Lega) sarebbe costata 1,36 miliardi di euro in meno.