Notizie Indici e quotazioni Wall Street sale, tassi Treasuries a record in 10 anni. Ma Mobius avverte: in vista correzione -30%

Wall Street sale, tassi Treasuries a record in 10 anni. Ma Mobius avverte: in vista correzione -30%

16 Aprile 2018 16:42

A conferma di come la paura per la Siria si sia decisamente smorzata, Wall Street sale e i tassi sui Treasuries a due anni balzano al record in quasi 10 anni, salendo al 2,386%, livello più alto dall’agosto del 2008. Trend rialzista anche per i rendimenti decennali, che si posizionano al massimo in tre settimane, al 2,86%. Proprio la performance dei Treasuries Usa, tuttavia, innervosisce qualche operatore di mercato, che guarda con preoccupazione all’ “appiattimento della curva dei rendimenti”, segnale che scatena le preoccupazioni sul rischio di una recessione all’orizzonte.

D’altronde, l’appiattimento della curva ha preceduto le crisi finanziarie del passato, incluse quella scatenata dall’esplosione della bolla dot-com, e la crisi del 2008. 

Il tono positivo dell’azionario Usa si scontra, inoltre, con le view di alcuni veterani di Wall Street. Tra queste, quella di Mark Mobius, considerato guru degli investimenti, che teme una correzione delle borse Usa del 30%, capace di azzerare praticamente i guadagni degli ultimi due anni.

“Tutti gli indicatori”, dice il gestore dei fondi che a gennaio, dopo più di 30 anni, ha lasciato la casa di investimenti americana Franklin Templeton, lasciano pensare a un forte calo, sia dello S&P 500 che del Dow Jones Industrial.

“Intravedo una flessione del 30%. Quando la fiducia dei consumatori arriva a testare il record di sempre, come sta avvenendo nel caso degli Stati Uniti, non si tratta di un buon segno”. E, “a mio avviso, è come se il mercato stesse aspettando che venga premuto il grilletto che provocherà il tonfo. Non è possibile prevedere di quale evento si tratterà…forse un disastro naturale o una guerra contro la Corea del Nord”.

Mobius, che ha previsto l’inizio del mercato toro a Wall Street nel 2009, teme inoltre che una qualsiasi flessione possa essere amplificata dal crescente utilizzo degli ETF, che incide per quasi la metà sul trading delle azioni Usa. La sua paura è che gli ETF scatenino ulteriori perdite, una volta che il mercato avrà iniziato a scendere.

“Gli ETF rappresentano così tanto del mercato, che peggiorerebbero la situazione, una volta che i mercati iniziassero a perdere terreno. Siamo in presenza di computer e di algoritmi che lavorano 24 ore al giorno, tutti i giorni, e che di fatto possono creare un effetto domino. E non c’è una valvola di sicurezza per prevenire ulteriori cali, dunque una eventuale flessione accelererebbe il passo molto velocemente”.