Notizie Valute e materie prime Panico Turchia: l’oro non brilla, ma rimane possibile rifugio dalla crisi. Ecco perché

Panico Turchia: l’oro non brilla, ma rimane possibile rifugio dalla crisi. Ecco perché

13 Agosto 2018 16:37

oro

La crisi della Turchia, con il crollo della lira, sta mettendo sotto pressione i mercati finanziari, in particolare quelli azionari, mentre i beni rifugio tornano alla ribalta, con lo yen che avanza rispetto al dollaro e il Bund tedesco che raccoglie ordini. Unica eccezione è l’oro, che sebbene sia considerato il bene rifugio per eccellenza, in questo clima di avversione al rischio non torna a brillare. Settimana scorsa ha ceduto lo 0,40% e anche oggi, anziché salire per l’acuirsi della crisi turca, il metallo giallo scende (-0,90% a 1.208 dollari all’oncia). Perché?

La reazione relativamente sottotono dell’oro può essere dovuta, oltre ai movimenti sul fronte valutario, anche ad alcune delle caratteristiche tipiche della Turchia. La banca centrale turca è infatti stata il maggiore accumulatore d’oro nel 2017: ha acquistato 85,9 tonnellate d’oro, in maniera maggiore di qualsiasi altra banca centrale oltre a quella russa (223,5 tonnellate). Inoltre l’afflusso di oro presso la banca centrale turca da parte delle banche commerciali (che in questo paese possono utilizzare l’oro per soddisfare gli obblighi di riserva) è stato pari a 187,7 tonnellate. Questi due elementi hanno fatto sì che gli afflussi di oro verso la Turchia sono stati i più elevati di qualsiasi altra banca centrale. E così quando l’istituto difende la lira turca, come in questa crisi, e vende oro, gli investitori possono percepire questa offerta come negativa per il prezzo.

Quanto durerà la reazione sottotono dell’oro? Molto dipenderà dalla natura della situazione di crisi in Turchia, se transitoria o destinata ad aumentare, e le decisioni che verranno prese di conseguenza dalla banca centrale del paese. Secondo Nitesh Shah, director of research di WisdomTree, la banca centrale turca potrebbe infatti decidere di vendere altre valute prima di puntare sull’oro, con uno scarso impatto sulla sua offerta. In questo modo penalizzerebbe le valute appartenenti ad altri paesi piuttosto che l’oro “apolide”. Il metallo giallo tornerebbe a brillare anche nel caso in cui le banche commerciali e i loro clienti in preda al panico decidessero di ritirare più oro, che svolgerà chiaramente il suo ruolo tradizionale con tanto di risalita del prezzo. E anche se il governo di Ankara dovesse intraprendere un’azione drastica per impedire l’acquisto di oro da parte delle famiglie (il caso non sarebbe senza precedenti e si è già verificato negli Stati Uniti dal 1933 al 1974), l’azione renderebbe l’oro un bene ambito altrove.

Che fare quindi? “L’oro non sempre reagisce rapidamente agli eventi di stress – conclude l’esperto – Ma il prezzo basso di oggi potrebbe offrire agli investitori un punto di ingresso interessante”.