Notizie Notizie Mondo Nuove sanzioni Usa contro Mosca: Rusal precipita del 30%, Lme dice stop a suo alluminio

Nuove sanzioni Usa contro Mosca: Rusal precipita del 30%, Lme dice stop a suo alluminio

16 Aprile 2018 12:19

Si apre un’altra settimana concitata per gli asset finanziari russi, già travolti la scorsa settimana da una pesante ondata di sell off, dopo le sanzioni Usa annunciate venerdì, 6 aprile. 

Il capitolo sanzioni non è d’altronde chiuso, visto che per oggi si attende l’annuncio, da parte degli Stati Uniti, di nuove misure punitive contro quelle aziende russe che possano avere legami con il regime siriano di Assad, in particolare nella produzione delle armi chimiche.

Nessun crollo degli indici principali di Borsa, che riescono per ora a contenere le perdite. Il Moex è sceso fino a -1,3% nelle prime ore di contrattazioni, estendendo le perdite che, nel corso dell’ultimo mese, sono state superiori a -4%.

Simile il trend dell’indice RTS – denominato in dollari -, che nei minimi di giornata ha ceduto fino a -1,2%.

Vittima illustre si è confermata invece, per l’ennesima volta, il colosso russo dell’alluminio Rusal, il cui titolo è precipitato alla borsa di Hong Kong a nuovi minimi record, segnando un ribasso fino a -30%.

Alla borsa di Mosca, il titolo ha segnato una flessione superiore a -5%.

Il gigante sconta i guai dell’oligarca russo che lo controlla, Oleg Deripaska, finito nella lista nera del Tesoro Usa e colpito direttamente dalle sanzioni dello scorso 6 aprile.

Deripaska controlla anche la holding industriale EN+, che è sbarcata in Borsa, a Londra, alla fine del 2017.

Stando a quanto emerge dagli stessi dati del Tesoro Usa, Rusal produce il 7% dell’alluminio globale.

Le sanzioni imposte dagli Stati Uniti stanno affossando le quotazioni del gigante, a causa delle diverse conseguenze che hanno lanciato: intanto, stando quanto riporta CnnMoney, sia EN+ che Rusal saranno rimossi dai principali indici azionari.

Più problematica per Rusal, inoltre, è la decisione del London Metal Exchange di smettere di accettare l’alluminio da essa prodotta, a meno che i proprietari del metallo non dimostrino che una tale transazione sia legale, nell’ambito delle sanzioni appena imposte. Ciò significa che chiunque abbia acquistato alluminio Rusal avrà non pochi problemi nel riuscire a scaricarlo sul mercato.

Le quotazioni di Rusal sono crollate del 56% dall’annuncio delle sanzioni

“Credo che per Rusal sia la fine”, ha commentato Anders Aslund, di Atlantic Council, svedese ed ex diplomatico che ha lavorato come consulente economico per il governo russo. 

Era stato lo stesso gigante a dire tra l’altro che avrebbe incontrato qualche difficoltà nel riuscire a onorare parte dei suoi debiti, alimentando così le speculazioni su un suo imminente default.

Sul forex, il rublo è ancora sotto pressione, anche se oggi non c’è nessun crollo. Nei confronti del dollaro si indebolisce a 62,27 (rubli per dollaro) e sull’euro è scambiato a 76,80 (rubli per euro).

Gli asset finanziari russi non scontano soltanto le sanzioni. L’escalation delle tensioni tra Mosca e Washington è avvenuta anche per il presunto attacco chimico sferrato dal regime di Assad a Douma, nella Goutha orientale. Un attacco che il presidente americano Donald Trump ha condannato senza mezzi termini, puntando anche il dito contro il sostegno della Russia e dell’Iran al regime di Bashar al-Assad.

L’escalation delle tensioni geopolitiche è culminata lo scorso sabato 14 aprile nei bombardamenti di Usa, Francia e UK in Siria.

Il rublo sconta oggi anche il calo dei prezzi del petrolio, successivo al forte rally della scorsa settimana che ha portato le quotazioni al record in quasi 3 anni e mezzo.

Il WTI con scadenza a maggio subisce una forte perdita, fino a -1,8%, a $66,20 al barile. Perde fino a -1,8% anche il Brent con scadenza a giugno, che si attesta a $71,29.