Notizie Notizie Italia Banche Italia, Fitch: difficile ridurre lo stock di Npl se lo sfondo macroeconomico si deteriora

Banche Italia, Fitch: difficile ridurre lo stock di Npl se lo sfondo macroeconomico si deteriora

22 Gennaio 2019 15:52

Le banche potrebbero dover svalutare interamente gli stock di npl e non solo quelli generati a partire dall’aprile 2018 come indicato in precedenza. A dirlo gli analisti di Fitch in un report in cui commentano le recenti notizie relative alle raccomandazioni inviate dalla Bce alle banche vigilate su un progressivo raggiungimento nei prossimi anni di un grado di copertura dello stock di crediti deteriorati in linea con quello indicato dalla stessa Bce.
Secondo gli analisti le banche italiane sotto diretta supervisione Bce dovranno fare i conti con una maggiore pressione da parte della banca centrale europea affinchè riducano i loro stock di Npl se la Bce le spingerà ad aumentare le loro svalutazioni sui prestiti. La posizione della Bce potrebbe contribuire a far progredire la riduzione degli Npl degli istituti verso medie europee.

Nel suo report Fitch sottolinea come Mps aveva oltre 19 miliardi di Npl alla fine di settembre con una copertura al 57,5%. A inizio gennaio Mps ha annunciato la vendita di altri 3,5 miliardi di Npl. Per soddisfare i requisiti Bce la banca senese potrebbe andare incontro a significativi aumenti degli accantonamenti ma l’entità di questi ultimi dipenderà dalla capacità della banca di continuare nella sua esecuzione del piano di riduzione degli Npl concordato in precedenza con la Bce. “L’impatto della guidance Bce sulle altre banche – sottolinea Fitch – dipenderà in larga misura dalla grandezza e composizione dello stock di Npl di ogni istituto, dal suo livello di copertura, dalla sua capacità di ridurre lo stock e da qualsiasi variazione nell’approccio della Bce caso per caso”. L’annuncio di Mps ha indotto le altre banche a dichiarare che non si attendono un impatto significativo della nuova guidance Bce sulle loro strategie o sul loro capitale “e noi non ci aspettiamo che le banche con i livelli di rating più alti siano impattate in misura significativa dati i loro livelli di copertura degli Npl esistenti e del progresso realizzato nel ridurre gli stock”. Le banche italiane, sottolinea l’agenzia americana, hanno rafforzato i loro livelli di copertura nel corso degli ultimi anni in parte grazie all’adozione dell’Ifrs 9. “Stimiamo che le sofferenze lorde del settore e le esposizioni unlikely-to-pay – conclude Fitch – siano scese a circa il 10% del totale attivi alla fine del 2018 da quasi il 17% alla fine del 2016. A questo si è arrivati attraverso una combinazione di vendite di portafogli e di cartolarizzazioni, minori influssi di nuovi Npl sulla scia di un ritorno alla crescita economica, di maggiori svalutazioni e di strategie interne di gestione degli npl più efficaci”. Tuttavia la media degli Npl italiani è ancora molto più alta di quella europea di circa il 4% e ridurre gli stock residui di Npl può diventare più difficile se lo sfondo macroeconomico si deteriora o si riduce l’appetito degli investitori per gli Npl”.